I sei principi della scrittura
Come avrete già avuto modo di capire la lingua cinese non dispone di un alfabeto e, anche se molto spesso una parola può essere formata da due o più caratteri, il cinese è, di per sé, una lingua monosillabica in cui ogni simbolo ha un suo proprio significato. In base alla loro conformazione i caratteri cinesi possono distinguersi in quelli che vengono definiti “i sei principi della scrittura” o 六书 (liùshū):
- I pittogrammi o 象形 (xiàngxíng – letteralmente “forma”), sono quei caratteri che ricordano la forma degli oggetti che rappresentano e costituiscono il corpus più antico dei caratteri cinesi. Esempi di pittogrammi sono 日 (rì – “sole”), 月 (yuè – “luna”), 山 (shān – “montagna”)
- I simboli indicativi o 指事 (zhǐ shì – letteralmente “che indica le cose”), sono raffigurazioni astratte di concetti semplici. Esempi di simboli indicativi sono 一 (yī – “uno”), 上 (shàng – “sopra”), 中 (zhōng – “centro”)
- Gli aggregati logici o 会意 (huìyì – letteralmente “associazione di significato”), sono caratteri ottenuti dalla combinazione di caratteri semplici che danno luogo a un nuovo significato. Un esempio di aggregato logico è 安 (ān – “pace”), composto da 宀 (mián – “tetto”) e 女 (nǚ – “donna”), quindi una donna sotto al tetto è simbolo di pace
- I composti fono-semantici o 形声 (xíngshēng – letteralmente “forma-suono”), sono formati da un elemento che suggerisce il suono e un altro che suggerisce il significato. Quasi tutti i caratteri cinesi fanno parte di questo gruppo, in cui la parte semantica è costituita da uno dei cosiddetti radicali. I radicali sono gli elementi grafici fondamentali in base ai quali i caratteri cinesi vengono catalogati e ordinati nei dizionari. Un esempio di composto fono-semantico è 妈 (mā – “mamma”), costituito da 女 (nǚ – “donna”) e 马 (mǎ – “cavallo”). Il primo carattere rappresenta la parte semantica e costituisce il radicale, il secondo rappresenta la parte fonetica
- Le estensioni del significato o 转注 (zhuǎnzhù – letteralmente “girare-versare”), sono caratteri che possiedono la stessa radice etimologica, ma che nel tempo hanno mutato significato e pronuncia. Un esempio di estensione del significato sono 老 (lǎo – “vecchio”) e 考 (kǎo – “esaminare, esame”). Molto simili sia dal punto di vista grafico sia fonetico, c’è una relazione di significato tra questi due caratteri, in quanto, anticamente, 考 significava “vecchio” e, con il passare degli anni, il suo significato è cambiato in “esaminare”. Questo perché, di solito, era compito degli anziani esaminare gli studenti
- I prestiti fonetici o 假借 (jiǎjiè – letteralmente “pseudo prestito”), sono parole omofone che, non avendo un corrispettivo grafico anticamente, sono stati impiegati per indicare un nuovo significato, senza alcun legame con quelli da cui sono stati presi in prestito. Per esempio il carattere 来 (lái), in passato, significava “grano”. Dato che il verbo “venire” veniva pronunciato allo stesso modo, ma ancora non aveva un corrispettivo nella lingua scritta e, molto probabilmente sarebbe stato difficile rappresentarne il concetto, fu deciso di adottare il carattere 来 per “venire” e di crearne uno nuovo per “grano”.
Cover background picture by Athena Lam
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