Lezioni
Quando ho iniziato a studiare cinese a un corso serale nel 2011 è stato amore al primo ascolto. Terminato il corso, nonostante mi fu detto che sarebbe stato quasi impossibile, continuai a studiarlo per conto mio comprando diversi manuali, guardando molti telefilm in lingua e tenendomi in contatto con ragazzi madrelingua attraverso i social, che hanno dato una grossa spinta al mio livello di conoscenza del cinese.
In questa sezione voglio proporre alcune lezioni riguardo ad aspetti linguistici e grammaticali del cinese, nella speranza di incuriosire i più e avvicinarli all’apprendimento di questa meravigliosa lingua.
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La costruzione 是……的
Dopo aver visto un po’ più nel dettaglio l’uso del verbo 是 nella lezione precedente, vediamo ora una costruzione in cui questo verbo viene impiegato con funzione di enfasi (ENF) insieme alla particella modale (MOD) 的, per conferire certezza all’enunciato. Ciò su cui si vuole porre enfasi va posto tra questi due elementi 是 e 的, anche se il verbo 是 viene spesso omesso all’interno di frasi affermative. Questa struttura può avere diversi tipi di utilizzo.
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La differenza tra 是, 有 e 在
In questa lezione impareremo tre verbi cinesi, che a volte possono venire confusi l’uno con l’altro: 是 (shì), 有 (yǒu) e 在 (zài). Il verbo 是 “essere” svolge funzione di copula e viene impiegato per legare il soggetto al predicato nominale, solo in caso di sostantivi, perché come visto in precedenza gli aggettivi cinesi non richiedono il verbo “essere”, in quanto hanno già accezione verbale. 是 può anche essere usato quando si intende dare enfasi a un elemento della frase.
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Come rispondere alle domande cinesi
Abbiamo già visto in precedenza i tre modi principali per formulare una domanda in cinese. Se avete qualche lacuna a riguardo fate un salto su La frase interrogativa per fare un piccolo ripasso. Il titolo di questa lezione può sembrare un po’ bizzarro, ma è un argomento che è bene chiarire. Infatti in cinese, non esiste un “sì” e un “no” generico, come in italiano. Tutto dipende dalla domanda che ci è stata posta e, solitamente, si risponde ripetendo il verbo utilizzato nella domanda.
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I classificatori
Nelle lezioni precedenti è spesso comparsa la sigla CL, che sta a indicare il classificatore. Il classificatore è una parola che viene posta obbligatoriamente tra un numerale e un nome e definisce la classe di appartenenza del sostantivo. Si tratta di un aspetto della grammatica cinese che non esiste nelle lingue europee, ma che può essere spiegata facendo un paio di esempi. Un paio di pantaloni (per indicare un oggetto che si usa in coppia)
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Determinante e determinato
In alcuni esempi presenti nella lezione precedente La frase interrogativa compare un carattere particolare: il 的 (de). Ad esempio nella frase “Come si scrive il tuo nome?”, che in cinese viene espressa con “你的名字怎么写?”. Questa particella strutturale è forse uno dei caratteri più utilizzati all’interno della lingua cinese ed è quello che marca la relazione tra determinante e determinato. In cinese, tutto ciò che determina qualcosa (sia esso un aggettivo, una qualsiasi specificazione, un possessivo o addirittura un’intera frase) va collocato sempre prima della parola a cui si riferisce e legato ad essa con l’utilizzo di questa particella, che negli esempi indicheremo come ST (particella strutturale) dal momento che non possiede un vero e proprio significato.
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La frase interrogativa
Abbiamo già detto che la struttura della frase cinese è SVO (soggetto-verbo-oggetto) e, contrariamente ad altre lingue, così rimane anche nelle domande. Vi sono tre principali modi per formare una frase interrogativa. LA PARTICELLA INTERROGATIVA 吗 Come già accennato nella lezione Un po’ di cinese di base, questa particella viene posta a fine frase per formulare una domanda. Questo perché nel cinese antico, dal momento che non esisteva il punto interrogativo, era necessario inserire qualcosa che distinguesse la frase affermativa da quella interrogativa.
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Il rafforzativo 很 e gli aggettivi cinesi
Alla fine della lezione precedente abbiamo imparato la frase 我很好, che si traduce con “sto bene”. Di per sé l’avverbio 很 (hěn) significa “molto”, ma spesso ha funzione di rafforzativo e non viene tradotto. In cinese, gli aggettivi vengono chiamati aggettivi predicativi, in quanto hanno in sé anche l’accezione verbale. Pertanto, per esprimere la frase “lei è intelligente”, il verbo “essere” non compare perché già presente all’interno dell’aggettivo. 她 聪明
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Un po' di cinese di base
Dopo avere visto gli argomenti più teorici, ma fondamentali del cinese, vediamo ora alcune espressioni di base. A: 你 好! Nǐ hǎo! B: 你 好! 我 叫 李娜,你 呢? Nǐ hǎo! Wǒ jiào Lǐnà, nǐ ne? A: 我 叫 小玉。 Wǒ jiào Xiǎoyù. B: 你 好 吗? Nǐ hǎo ma? A: 我 很 好。谢谢。 Wǒ hěn hǎo. Xièxiè. 你好 (letteralmente “tu-bene”) significa “ciao”. È la forma di saluto che troverete nei libri di testo, ma nella vita reale 你好 viene, generalmente, usato tra persone che non si conoscono e si incontrano per la prima volta.
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L'ordine dei tratti
I cinesi ricercano l’armonia in ogni cosa, perfino nella scrittura, al punto che la calligrafia in Cina è considerata una vera e propria arte. Per questo motivo, per poter scrivere un carattere correttamente è necessario conoscere l’ordine di scrittura dei suoi tratti, vale a dire la sequenza in base alla quale i singoli tratti che compongono un carattere devono venire scritti. Inoltre, è importante tenere in considerazione le proporzioni dei tratti e immaginare di scrivere l’intero carattere all’interno di un ipotetico quadrato.
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I sei principi della scrittura
Come avrete già avuto modo di capire la lingua cinese non dispone di un alfabeto e, anche se molto spesso una parola può essere formata da due o più caratteri, il cinese è, di per sé, una lingua monosillabica in cui ogni simbolo ha un suo proprio significato. In base alla loro conformazione i caratteri cinesi possono distinguersi in quelli che vengono definiti “i sei principi della scrittura” o 六书 (liùshū):