La pietà filiale nella cultura cinese: parte 4

La pietà filiale nella cultura cinese: parte 3

Analizziamo ora alcuni aspetti della citazione presente alla fine della parte 3 di questo articolo, in particolare quelli relativi alla pietà filiale e alla gerarchia familiare.

1. LA GERARCHIA E LA STORIELLA DELL’ARMONIA

Come è possibile notare, l’età e il genere sono molto importanti nella famiglia di Shen Fu. Yun, in quanto nuora, si trova a un livello gerarchico molto basso. Nella cultura cinese tradizionale, il suo ruolo era quello di aiutare il marito ad adempiere ai suoi doveri filiali verso i genitori. Apparteneva letteralmente alla famiglia del marito e doveva servire e compiacere i suoi suoceri. Né Shen Fu né Yun possono fare nulla per opporsi alla volontà del padre. È il capo della famiglia e l’ultima parola spetta a lui. Essere filiali significa accettare volontariamente questo ordine gerarchico.

Ovviamente, una simile famiglia non può essere descritta come armoniosa. Come affermato in precedenza, molte persone in Asia orientale usano la parola “armonia” invece di ricorrere al termine “gerarchia”, soltanto perché suona meglio. Le parole sono lo strumento utile a diffondere una determinata visione del mondo e scegliere parole che facciano apparire in maniera positiva questa visione del mondo è una strategia. In molte famiglie asiatiche possono esserci tensioni, anche violente, ma fintantoché in un modo o in un altro rimangono unite e il mondo esterno non è al corrente di questi conflitti, allora sono considerate in armonia.

2. PETTEGOLEZZI E FRAINTENDIMENTI

Il pettegolezzo è una cosa molto importante nella società cinese. La ragione per cui è un argomento centrale nel pensiero cinese è che, a causa della struttura gerarchica della società, le persone non possono sempre esprimere il proprio pensiero direttamente davanti agli altri. In linea di principio, la comunicazione diretta avviene principalmente dai livelli gerarchici più alti a quelli più bassi. Come si è potuto constatare, il padre ha condannato Yun nel modo peggiore possibile. Non ha avuto bisogno di essere indiretto, perché lui è il padre e può esprimere la sua opinione in modo schietto. Tuttavia, Yun decide di non difendersi, perché è al livello più basso della gerarchia. Questo significa che è virtuosa, vale a dire, sa qual è il suo posto.

I pettegolezzi generano fraintendimenti e questi ultimi hanno ripercussioni sulla vita delle persone. Ecco perché i pettegolezzi sono così diffusi nei luoghi di lavoro in Cina e a Taiwan. È una manifestazione di rivalità, lotta per il potere, o semplicemente di antipatia personale. Di solito, i colleghi potrebbero cercare di dire cose poco carine riguardo a qualcun altro al fine di isolarlo, forse con l’obiettivo ultimo di danneggiare la sua immagine agli occhi degli altri colleghi e, cosa ancora più importante, agli occhi dei capi.

3. GIUSTO E SBAGLIATO

A volte gli asiatici dell’est pensano che gli occidentali siano egoisti perché, per esempio, affrontano i loro genitori o perché dicono di “no” ai loro capi (ad esempio, quando viene chiesto loro di fare degli straordinari). Tuttavia, la ragione per cui hanno questo tipo di pensiero è perché è stato insegnato loro ad accettare una determinata struttura gerarchica di potere.

Osserviamo di nuovo l’esempio del padre di Shen Fu. Espelle Yun dalla sua famiglia e la umilia. Tutto questo soltanto per un equivoco e un utilizzo improprio delle parole. Tuttavia, Shen Fu non affronta suo padre in nessun modo.

Nella cultura cinese tradizionale, “giusto e sbagliato” non dipendono da principi universali, ma dalla posizione dell’individuo nella gerarchia. Nel pensiero confuciano, i genitori hanno ragione di per sé.

Questo non significa che i figli devono obbedire ciecamente ai loro genitori. Gli stessi Confucio e Mencio sostengono che i figli possono, con gentilezza e rispetto, cercare di far capire ai loro genitori che si stanno comportando in modo inappropriato. Tuttavia, la formalità e la cautela con cui i figli possono alludere alle colpe dei genitori fanno capire chiaramente che i figli sono inferiori e che se i genitori non cambiano le loro abitudini, i figli devono comunque riverirli e obbedirli.

L’idea che giusto e sbagliato dipendano dalla posizione gerarchica è dimostrata nel seguente esempio. Una volta un coreano mi disse che sua moglie e sua madre avevano avuto una discussione. Non avevano espresso il loro disappunto apertamente, ma si lamentarono con lui l’una del comportamento dell’altra. Si ritrovò nella situazione di doversi schierare con una di loro. Con mia grande sorpresa, si arrabbiò con la moglie perché gli chiese di difenderla. Disse: “Se devo scegliere tra mia madre e mia moglie, ovviamente sceglierò sempre mia madre.”

Il conflitto tra suocera e nuora è uno dei temi ricorrenti nella letteratura dell’Asia orientale. In passato, quando il potere dei genitori era molto più forte rispetto ad oggi, alcune suocere erano solite opprimere le nuore, approfittando della posizione gerarchica che permetteva loro di farlo liberamente.

Quando suo padre morì, Shen Fu lo pianse e si incolpò di non averlo servito adeguatamente. Non prese mai in considerazione il fatto che suo padre potesse essere stato ingiusto. Dopotutto, non era mai a casa, aveva preso delle concubine e scacciò Yun da casa soltanto per un equivoco. Pietà filiale, però, significa sacrificio dei figli per i genitori. Shen Fu non avrebbe potuto incolpare suo padre, altrimenti sarebbe stato un figlio irrispettoso.

La pietà filiale nella cultura cinese: parte 5

Tradotto dall’inglese da: Claudia Ramonda

Fonte: The Greater China Journal, autore: Aris Teon 14/03/2016

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