Il mio viaggio in Russia: giorno 3

PRIMA LEZIONE

Lunedì, 30 luglio 2018

Nonostante fossi ormai consapevole del fenomeno delle notti bianche, il fatto di svegliarmi all’alba in una stanza illuminata a giorno continuò per tutta la settimana a causarmi bruschi risvegli che mi fecero sempre credere di essere terribilmente in ritardo per le lezioni. Mi svegliai prestissimo anche il lunedì, questa volta decisamente più tranquilla e rilassata e veramente contenta di essere dove mi trovavo. Feci un’immensa colazione con yogurt, tè caldo e biscotti e deliziosi piroshki dolci ripieni di marmellata di yagodi (frutti di bosco), mentre Nadezhda si preparava per andare al lavoro.

Quando ebbi finito, mi offrì nuovamente delle banane da mangiare a metà mattinata durante la pausa. Le banane sarebbero state la mia “merendina” anche per i quattro giorni seguenti.

Alle otto Nadezhda uscì. Le lezioni sarebbero iniziate alle nove e io e i miei compagni di corso ci accordammo per incontrarci alle otto e trenta al solito posto, l’appartamento di Serena, per poi avviarci insieme verso la scuola. Mezz’ora dopo, quindi, salutai Vladimir e uscii.

Percorrere quel tratto di strada ogni mattina mi faceva sentire come se Petrozavodsk fosse ormai casa mia. È una cittadina molto tranquilla e ci sente assolutamente a proprio agio a gironzolare per le sue vie. A differenza di Mosca che, per quanto bella sia, è decisamente troppo frenetica per i miei gusti.

Incontrammo il resto del nostro gruppo davanti all’ingresso della scuola, dove ci accolsero e ci mostrarono le aule.

Fummo divisi in tre gruppi più piccoli a seconda del risultato del test di livello fatto qualche mese prima di partire. Io fui inserita nel gruppo A1-A2 con i miei compagni di corso e altri 5 ragazzi di Torino.

Durante la nostra prima lezione, la nostra insegnante Alina, ci chiese di presentarci e ci fece fare piccoli giochi linguistici, tra cui “Chi vuol essere milionario” in russo, che ci permisero di imparare cose nuove e interessanti su Petrozavodsk e la Carelia. La cosa incredibilmente esaltante è che riuscivamo a comprendere tutto ciò che veniva detto e, ormai sentire e parlare in russo stava diventando una cosa normale. Le lezioni a Enjoy Russian mi piacquero da subito e il metodo di insegnamento adottato da Alina era davvero coinvolgente, tanto che anche dopo tre ore non ci si sentiva per nulla stanchi o stufi.

La lezione terminò alle 12.15 e il nostro programma culturale prevedeva, per il pomeriggio, un piccolo tour della città, in cui ci avrebbero mostrato anche dove prelevare contanti, e un giro in battello sul lago.

L’incontro con i volontari della scuola era fissato intorno alle 14, perciò, dato che il tempo a disposizione non era molto, cenammo in un ristorante non lontano dalla scuola, La Parisienne, dove pranzai con un risotto alle verdure e un bicchiere di mors, una bibita alla frutta, che non gradii particolarmente.

Più tardi fummo, finalmente, accompagnati in un luogo in cui avremmo potuto prelevare dei contanti e riuscimmo quindi ad avere i nostri rubli, poi ci avviammo, insieme alla nostra accompagnatrice, verso il porto dove prendemmo il battello.

Il giro durò circa un’ora e un quarto. Dato che l’audio guida presente sul battello era a un volume tale da sembrare un sussurro e soltanto in russo, contrariamente a quanto scritto nel nostro programma che prevedeva un audio guida in inglese, non riuscimmo a capire molto e ci accontentammo di ammirare la vastità di uno dei laghi più grandi d’Europa.

Entrata del parco giochi

Intorno alle 16 fummo già di ritorno al porto e per quel giorno i nostri appuntamenti erano finiti. Io e miei compagni di corso, che ancora non avevano visto quella parte della città, decidemmo di fare ancora una passeggiata sul lungolago e nel parco giochi non lontano dal molo.

Il caldo era davvero insostenibile. Più tardi chiesi a Nadezhda se fossero normali quelle temperature. Mi disse di no e che l’estate precedente era stata decisamente fredda. Pensai che probabilmente quella era l’estate più torrida di tutta la storia della Carelia.

La cena

Verso sera tornammo ciascuno a casa nostra e io cenai con pesce, cetrioli, peperone crudo, zucchine grigliate, ancora piroshki e montagne di pezzi di anguria che, in mancanza di acqua fresca, mi salvavano la vita. Mentre mangiavamo chiesi a Nadezhda se c’era qualche libreria in zona. Volevo comprare un libro in russo, ma di librerie non ne avevo ancora viste nessuna. Mi disse di sì, ma più che dirmi dove si trovavano insistette nel sapere quale tipo di libro mi interessasse acquistare. Provai in tutti i modi a spiegarle che non cercavo un libro in particolare, soltanto qualcosa da leggere più per sfida che per altri motivi, ma non ne venni a capo. Capii il giorno dopo quale poteva essere il motivo di tanta insistenza.

Finita la cena, venni nuovamente ripresa per aver tentato di sparecchiare la tavola e decisi che da quel giorno non avrei più accennato a farlo.

Dissi a Nadezhda che a scuola ci avevano dato dei “compiti”, quindi augurai la buonanotte e andai nella mia stanza, dove mi misi a ripassare i vocaboli nuovi, imparati quella mattina, per la lezione del giorno dopo.

Sul gruppo di Whatsapp, Serena ci informò che la sua babushka (nonnina), ovvero la sua padrona di casa, si era proposta di portarci in giro per la città a caccia di negozi di souvenir il pomeriggio seguente. Rallegrata da questa notizia andai a dormire sorridendo.

To be continued…

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