Il mio viaggio in Russia: giorno 9

COME NELLE FIABE

Domenica, 5 agosto 2018

Al nostro risveglio il male alle gambe ancora non era passato del tutto. Benché usassimo la metro piuttosto spesso, nei tre giorni che restammo a Mosca, percorremmo più o meno 20 km al giorno a piedi e la domenica mattina ne avremmo macinati altrettanti.

Il nostro ostello si trovava all’interno di una stazione dei treni, proprio a fianco della stazione metro Komsomol’skaya. La colazione era compresa, ma veniva servita in un ristorante accanto, Il Patio. Si poteva scegliere tra quattro o cinque opzioni e io scelsi kasha tutti e tre i giorni. Anche se non era neanche lontanamente paragonabile a quella cucinatami dalla mia mamma russa, dato che assomigliava molto di più a una zuppa di latte con qualche chicco di riso sparso qua e là.

Una volta rifocillati e pronti per una nuova maratona, ci avviammo verso la Galleria Tret’jakov, il museo che ospita la più grande collezione al mondo di belle arti russe.

Passeggiata VDNKh

Girammo per le sue sale per buona parte della mattina e ammirammo una quantità infinita di quadri. Verso le 11.30 ci mettemmo in marcia verso VDNKh, una lunghissima passeggiata con grandi spazi verdi e fontane (tra cui l’enorme Fontana dell’Amicizia tra i Popoli), proprio accanto al Museo della Cosmonautica. Io, Serena e Giulia ci fermammo a uno dei chioschi presenti nel parco dove pranzai con una pinsa ai quattro formaggi niente male.

Intorno alle 14.30 ci incontrammo con il resto del gruppo all’entrata del Museo della Cosmonautica che sarebbe stata la prossima tappa della nostra giornata da turisti. All’interno del museo una guida ci spiegò la maggior parte degli oggetti esposti e, data la difficoltà del lessico, la nostra docente ci fece da interprete. Il museo ospita navicelle spaziali, alcune delle quali autentiche e su cui è possibile vedere la parte esterna annerita a causa del contatto con l’atmosfera, e altri oggetti usati dai cosmonauti. In due teche di vetro erano anche esposti i corpi imbalsamati di Belka e Strelka, i primi due cani a essere tornati sani e salvi dopo un volo nello spazio. Le cose più interessanti ed emozionanti furono: toccare un meteorite, che si dice porti fortuna, ed entrare nel modello di stazione spaziale Mir, dove potemmo vedere come gli astronauti vivono nello spazio.

La stazione spaziale Mir (Мир)

La visita si concluse all’interno di una sala cinematografica, dove ci venne mostrato un filmato in lingua russa, non così difficile da comprendere, che mostrava tutta la serie di addestramenti a cui si sottopongono gli astronauti per prepararsi al loro viaggio nello spazio.

In seguito il nostro programma prevedeva una sosta al bellissimo Cremlino di Izmailovo, un centro culturale e di intrattenimento costruito agli inizi del 2000 secondo lo stile architettonico russo del XVII secolo, che ospita al suo interno il Vernissage, considerato il più grande mercato al mondo di artigianato locale e il luogo migliore dove acquistare tipici souvenir russi.

Il mercato Vernissage

Arrivati al complesso entrammo prima al Vernissage, dove restammo affascinati dalla quantità e dalla bellezza dei souvenir esposti. La cosa divertente fu trovarsi a fare due parole con i venditori che, per quanto continuassimo a parlare in russo, loro, una volta capito che eravamo italiane, ci rispondevano in italiano. Alcuni di loro si complimentarono anche con noi per il buon russo delle nostre micro conversazioni. Fu una soddisfazione che andò ad alimentare un pochino la mia onnipresente scarsa autostima, quindi incassai volentieri.

Dal Vernissagge andammo poi a fare due passi all’interno del Cremlino, che, tra bellissime costruzioni in legno e palazzi dai colori vivacissimi, sembrava la scenografia di una fiaba. Quello era il luogo di Mosca che ero più ansiosa di visitare. Avevo già visto qualche foto sul web, prima di partire e ne ero rimasta sconvolta, ma vederlo con i propri occhi è decisamente un’altra cosa.

Cremlino di Izmailovo

Uscimmo poi dalla parte del Cremlino e percorremmo il ponte fino in fondo. Sapevo di avere dietro di me una vista meravigliosa, ma aspettai di essere alla fine del ponte per voltarmi e quando lo feci rimasi letteralmente senza fiato alla vista di tutti quei colori e quelle guglie.

Per la cena tornammo sull’Arbat e poi, per concludere la giornata, facemmo ancora un microtour delle più belle metropolitane di Mosca, che sono considerate delle vere e proprie opere d’arte, tra cui Ploshchad’ Revolyutsii (Piazza della Rivoluzione), con le sue 72 sculture raffiguranti il popolo dell’Unione Sovietica, Prospekt Mira con i suoi pilastri in marmo bianco e la nostra, Komsomol’skaya, in stile barocco e dai motivi floreali.

To be continued…

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