Jung Chang - Cigni selvatici
”Cigni selvatici” è un incredibile viaggio nella vita di tre donne cinesi: l’autrice, sua madre e sua nonna. Chang Jung descrive in modo eccezionale la Cina a partire dalla gioventù di sua nonna, che fu sottoposta alla fasciatura dei piedi e costretta a diventare concubina di un generale, quella di sua madre e suo padre, funzionari e membri attivi del Partito Comunista e in seguito perseguitati e mandati a lavorare nei campi di rieducazione, fino alla sua, trascorsa sotto il regime di Mao. Lei stessa diventerà una Guardia Rossa e vivrà sotto l’influenza dell”idolo di Mao”, fino alla fine della Rivoluzione Culturale quando la sua adorazione nei confronti del leader comunista inizia a vacillare.
Nel 1978, a due anni dalla morte di Mao e la conseguente apertura della Cina sotto la guida di Deng Xiaoping, Chang Jung riceve una borsa di studio dalla sua università per poter studiare l’inglese in Inghilterra. L’autrice, quindi, realizza il suo sogno segreto, quello di poter finalmente vedere quel mondo al di fuori della Cina, che non ha mai potuto vedere.
“Cigni selvatici” è il libro che la consacra scrittrice e la sua prima edizione risale al 1991. A ispirare la stesura di questo libro fu sua madre che nel 1988, andò a trovarla in Inghilterra. Trovarsi fuori dalla Cina e in un periodo in cui non era più vietato esprimere il proprio pensiero, portò la madre a confidarsi con Jung, che scoprì solo allora tante cose riguardo alla sua famiglia di cui era allo scuro.
Scritto in modo eccellente, il libro presenta anche fotografie di famiglia che permetteno al lettore di sentirsi più vicino all’autrice e rende la lettura ancora più coinvolgente.
Tradotto in 37 lingue, “Cigni selvatici” racconta meglio di qualsiasi libro di storia la fine dell’era imperiale, la guerra civile tra comunisti e Kuomintang, la fondazione della Repubblica Popolare Cinese, il disastroso Grande Balzo in Avanti e la follia della Rivoluzione Culturale. Un libro da leggere assolutamente per capire meglio la storia cinese del ‘900 e i cinesi stessi.
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